Quando abbiamo delle reazioni improvvise, inattese, cosa ci accade?
Era una reazione necessaria.
Era inevitabile.
Avresti preferito – col senno di poi – reagire in un altro modo.
Un disegno sulla catena emotiva ci aiuta a rivedere alla moviola o al rallentatore quello che accade dentro di noi.

Si parte da un evento esterno che funziona da innesco, detto anche – in inglese – trigger, ovvero grilletto.

Questo evento esterno ci provoca degli impulsi all’azione (vignetta qui sopra). Ma nel frattempo, in pochissimi istanti, già due fatti sono accaduti nella seconda e terza vignetta (qui sotto).

Abbiamo delle attivazioni fisiologiche ma – prima ancora – l’evento scatenante ha rievocato delle cognizioni inferite, ovvero che già risiedevano dentro la nostra mente.

L’impulso all’azione è quindi “nutrito” da cognizioni che – a posteriori, con la necessaria calma – possiamo ricercare, analizzare e rimettere in discussione.
Le attivazioni fisiologiche ci mostrano che qualcosa è accaduto dentro di noi, sono dei segnali.
Dopo l’impulso all’azione, mettiamo in atto dei comportamenti osservabili.

Questi comportamenti possono avere una conseguenza su altri, nell’ambiente sociale e nelle relazioni.
Lo sfortunato calciatore della vignetta conclude la sua storia con l’espulsione dalla società sportiva.

Riguarda ora tutta la storia nella sequenza corretta.

Un percorso di consulenza familiare può accompagnarti nell’allargare la tua consapevolezza su come i diversi stimoli esterni sembrino spingerti a reazioni indesiderate (da te o dagli altri intorno a te).
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